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Sviluppo sostenibile, ruralità e buoni esempi
Cosa significa concretamente fare parte di una Riserva di Biosfera? Quali dinamiche di collaborazione attiva e opportunità di sviluppo sostenibile sorgono nei territori della rete MAB UNESCO? Le risposte sono arrivare nel corso del webinar “Turismo sostenibile e ruralità in territori montani e pedemontani” che è stato coordinato dall’IPA Terre di Asolo e Monte Grappa in collaborazione con CNA e Coldiretti e che martedì 27 aprile ha concluso il ciclo di tre incontri rivolti al mondo dell’imprenditorialità del nostro territorio “MAB UNESCO >>> Imprese, Imprese >>> MAB UNESCO”. Introdotto dagli interventi del presidente di CNA Asolo Gianandrea Salvestrin e del presidente provinciale di Coldiretti Treviso Giorgio Polegato, l’incontro ha puntato le antenne sui “nuovi orizzonti” che la Riserva di Biosfera potrebbe aprire per le imprese del comparto agricolo e agroalimentare, e quindi anche turistico, dell’area del Massiccio e della Pedemontana del Grappa. Il presidente dell’IPA Terre di Asolo e Monte Grappa Annalisa Rampin e il vicepresidente Valentina Fietta hanno riassunto il percorso del Monte Grappa come candidato a far parte della rete delle Riserve della Biosfera, sfociato nel corposo Dossier di candidatura attualmente al vaglio dell’UNESCO, in attesa di un riconoscimento sul quale tutti noi auspichiamo di avere notizia nelle prossime settimane.“ La parola chiave è la responsabilità sociale d’impresa e lo scambio di buone pratiche - ha affermato Valentina Fietta, coordinatore della candidatura, in merito ai temi affrontati dal ciclo di incontri -. Per le imprese ciò significa marketing territoriale e outdoor, branding e qualificazione dei prodotti e il terzo ultimo grande tema del turismo e ruralità, che diventa un grandissimo driver di sviluppo.”
Quello che il Monte Grappa “può diventare” come Riserva di Biosfera, mettendo in atto nelle sue specificità le buone pratiche sviluppate dalle aree geografiche che lo hanno preceduto nel percorso, è stato esemplificato nel webinar dai rappresentanti dei territori MAB dove il gioco di squadra tra gli attori delle rispettive comunità locali non è un semplice modo di dire, ma un processo di condivisione degli obiettivi di sviluppo consolidato e istituzionalizzato. È il caso della Riserva di Biosfera Alpi Giulie Italiane, che comprende il Parco Naturale Prealpi Giulie, in Friuli Venezia Giulia, rappresentato all’incontro dalla presidente Annalisa Di Lenardo e dal direttore del Parco Antonio Andrich. Un comprensorio nel quale le “sinergie” sono alla base dei due strumenti di valorizzazione dell’identità territoriale. Il primo è il Marchio del Parco, che può certificare sia le aziende che i prodotti tipici con l’obiettivo, come ha detto Andrich, “di promuovere il territorio, incoraggiare l’economia locale e aumentare la qualità delle realtà produttive collegate”. Non solo tutela delle produzioni e vantaggi per il consumatore: “Alla comunità il Marchio serve per esprimere la propria appartenenza territoriale e culturale.” L’iniziativa correlata è il Paniere del Parco, progetto di valorizzazione delle produzioni tipiche locali “allo scopo di collegare il prodotto con la storia, la tradizione, la cultura del territorio”. “Il Marchio non può risolvere problemi strutturali ma è un’azione promozionale per creare valore aggiunto - ha rimarcato il direttore Andrich -. Il progetto del Marchio è un progetto di alleanze.”
Il Monte Grappa è anche terra di tipici e unici formaggi di malga e sicuramente va considerata con attenzione l’esperienza riferita al webinar da Maurizio Tondolo, coordinatore dell’Ecomuseo delle Acque del Gemonese, una delle “perle” della Riserva di Biosfera Alpi Giulie Italiane. Caratterizzata come tutti gli Ecomusei dalla “gestione partecipata” della comunità, l’istituzione con sede a Gemona del Friuli ha intrapreso tra le altre cose un percorso di recupero della filiera di produzione del formaggio di latteria turnaria, un tempo estesa a centinaia di presìdi lattiero-caseari e oggi concentrata in poche unità di latterie turnarie, chiamate così perché la caseificazione è collettiva e il prodotto di ogni giornata di lavorazione viene assegnato a turno ad ogni socio allevatore. Una di queste è la latteria turnaria di Campolessi di Gemona, il cui formaggio può vantare il Marchio di Presidio Slow Food e la cui comunità di allevatori e casari sta attirando anche i giovani. “Il progetto della latteria di Campolessi non si limita agli aspetti economici”, ha spiegato Tondolo. La latteria è infatti un centro di irradiazione di riqualificazione del paesaggio, archivio della memoria, promozione del territorio, educazione e formazione alle scuole e ai consumatori. Altre iniziative (come la campagna “Amica Mucca” a sostegno dei piccoli allevatori) fanno del percorso di valorizzazione del formaggio di latteria turnaria promosso dall’Ecomuseo uno dei motori dello sviluppo sostenibile e del ruolo sociale del sistema produttivo in questa zona nel cuore del Friuli.
La Riserva di Biosfera Ticino Val Grande Verbano, compresa tra Lombardia e Piemonte, per dimensioni “fa paura”: 169 Comuni, 5 Province, 332.000 ettari, con un milione di abitanti su un territorio che si estende lungo l’asse Milano-Torino. Ma è proprio in quest’area fortemente antropizzata che le parole “sostenibilità, qualità e tradizione dei prodotti agroalimentari” hanno trovato la ragione di essere. Come ha spiegato il direttore del Parco Lombardo Valle del Ticino Claudio De Paola, l’agricoltura copre ben i due terzi del Parco stesso: ne traggono vantaggio la biodiversità, la difesa del suolo, la diversificazione e la sostenibilità delle produzioni “con un Marchio che identifica i bisogni del territorio e i prodotti a minore impatto” e il coinvolgimento di 61 imprese agricole. “È dimostrato che le Riserve e i Parchi sono motori di sviluppo locale - ha sottolineato De Paola -. Questo sistema di rete tende ad accrescere la collaborazione e il Marchio ci permette di offrire un servizio.” “Sistema di rete” significa anche, per i produttori, mettersi assieme. La conferma è arrivata dalla voce di Sandro Passerini, presidente del Consorzio Produttori Agricoli del Parco del Ticino, che aggrega una ventina di aziende nell’azione congiunta di promozione e commercializzazione dei prodotti. “I nostri punti di forza - ha rivelato Passerini - sono la collaborazione con le associazioni dei consumatori e gli istituti scolastici e i progetti di coinvolgimento delle Amministrazioni Pubbliche per promuovere e divulgare il valore intrinseco delle produzioni locali.” “L’ampliamento del Parco a Riserva di Biosfera MAB UNESCO - ha concluso - ci ha permesso di collaborare con molte altre realtà.”
Grazie al webinar su “Turismo sostenibile e ruralità” i referenti dell’aspirante Riserva di Biosfera del Monte Grappa e le imprese del nostro territorio hanno potuto così acquisire elementi di confronto su alcuni “modelli possibili e concreti” di sviluppo sostenibile messi in atto con successo in altre Riserve italiane. Da tutti i partecipanti è stata rimarcata la strategica importanza delle sinergie operative da costruire sul territorio e la necessità di fare rete in modo organizzato e sistematico attorno agli obiettivi da perseguire. Questo per dire che l’auspicato riconoscimento MAB UNESCO non sarà che l’inizio di un nuovo libro da scrivere a più mani, le più numerose possibili.
Alessandro Tich